Si chiama RDV il nuovo colore dell’artista Evan De Vilde, il suo nuovo ROSSO DE VILDE. Un colore tutto nuovo eppure vecchio più di 2000 anni. Un colore, oseremmo dire, archeologico, come il movimento fondato dallo stesso artista De Vilde: l’Archeorealismo, che fonde e coniuga in sé reperti antichi con installazioni contemporanee. Il colore Rosso De Vilde è un particolare pigmento di pantone rosso che è emerso da studi matematici sui rilievi di affreschi delle Domus pompeiane e affreschi parietali dell’eterna città di Pompei. Il vecchio rosso di Pompei oggi sappiamo che è il codice colore ED1012 una particolare tipologia di rosso che l’artista ha intitolato appunto “rosso De Vilde”. Il Nuovo Colore Rosso pompeiano è stato brevettato e depositato, presentato in un seminario sull’archeologia del rosso al Museo Archeologico Nazionale di Napoli il 18 febbraio 2016. Nell’ambito del convegno l’artista ha esposto il modello di rilevazione del colore dai vari rossi pompeiani degli affreschi che fanno da sfondo alle pareti della città eterna di Pompei e ha intrattenuto il pubblico con una sua performance meditativa zen sul colore rosso…e le sue suggestioni. Quello del rosso De Vilde non è solo un’operazione artistica ma anche culturale, ricca di importanti sfaccettature sulla fondamentale notazione di investigazione di memorie antiche per impossessarci a pieno titolo del futuro, perché non potremmo mai raggiungere un futuro pienamente coscienti ed integrati se non accettando che siamo figli di un passato storico profondo. Il Rosso De Vilde è la memoria delle cose, di un popolo, di un simbolo di civiltà e come tale potrà essere usato, in modo collettivo, per passare da una generazione all’altra.
Nell’ambito della mostra Scriptura tenutasi a Napoli al Castel dell’Ovo dall’11 al 28 febbraio 2016 l’artista Evan De Vilde ha invitato gli amanti dell’archeorealismo in questa kermesse sul colore RDV Rosso De Vilde con suggestioni e immagini senza tempo. In produzione e con diverse edizioni l’artista sta realizzando diverse stampe del suo proprio rosso pompeiano devildiano per fornire ai collezionisti un ricordo cromatico di un’opera d’arte, di un pigmento archeologico e una traccia di una operazione artistica di grande e profonda innovazione.
Antonio Geirola
Esperto d’Arte