Fra tutte le forme d’arte sorte dalla rivoluzione culturale e sociale avvenuta negli anni ’60 del secolo scorso e riepilogate nel grande insieme definito “arte contemporanea”, il cosiddetto “impressionismo scientifico” è quello di sicuro più vicino a noi, sia in termini cronologici sia dal punto di vista della modernità di espressione dell’opera d’arte e del rapporto fra artista e spettatore.
L’impressionismo scientifico, o “puntinismo”, che è il termine che si preferisce usare per indicare tale movimento, prende il nome dalla tecnica pittorica utilizzata. Il tratto o la pennellata non sono più realizzate con un movimento continuo, bensì l’artista appone sulla tela o sul foglio, una miriade punti che si caratterizzano per essere in rapida successione fra loro e per essere composti unicamente dai soli colori primari.
Questa polverizzazione di punti produce come effetto la fusione di tali segni nella retina dell’osservatore che ricostruisce, così, l’immagine tramite la trasformazione dei punti in linee e la successiva ricomposizione delle linee nel messaggio artistico che l’autore vuole trasmettere al pubblico e che costituisce il soggetto della sua opera.
In tal modo, il puntinismo non è solamente, di per sé e per il semplice fatto di esistere, una forma d’arte del tutto originale e dotata di caratteristiche da poter essere riconoscibile e definita, ma richiede anche una fattiva, ancorché inconscia, collaborazione da parte di chi guarda l’opera d’arte. Infatti, è proprio nell’occhio dell’osservatore che i punti colorati della tela si ricompongono in maniera ordinata in modo da creare un’immagine che ha un significato, quello originario datogli dall’autore.
Appare quindi ovvio, per quando detto sino ad adesso, che il puntinismo é strettamente legato agli studi ottici sulla percezione visiva, alle teorie sulla rifrazione e a quelle sulla diffrazione della luce. Tale relazione fa si che il puntinismo abbia subito e tuttora subisca gli influssi dei risultati degli studi scientifici attinenti queste discipline. In altri termini, possiamo osservare che a ogni scoperta scientifica riguardante, ad esempio, il modo con il quale l’occhio umano percepisca le varie tonalità di gamma del colore, corrisponda nel breve periodo al sorgere di una o più nuova forma di espressività artistica in seno al movimento puntinista.
A testimonianza di ciò, basti ricordare che nel campo dell’ottica, a seguito della scoperta scientifica che l’accostamento di determinati colori crea nell’osservatore una percezione cromatica di distorsione, nell’ambito della corrente puntinistica si sono rapidamente realizzate opere che sfruttano questa caratteristica, con l’effetto di ottenere un’evoluzione sia della forma d’arte sia dell’esperienza soggettiva dell’osservatore.