Mese: Agosto 2011

L’arte povera

L’arte poveraTra i tanti movimenti e fra le ancor più numerose correnti che caratterizzano e compongono l’arte contemporanea, una speciale menzione merita, senza ombra di dubbio, il movimento cosiddetto dell’ “arte povera”.

Questo riconoscimento non è però dovuto al fatto che l’arte povera sia il più italiano fra le tante correnti dell’arte contemporanea, visto che nacque a Roma e a Torino nella seconda metà degli anni ’60, quanto piuttosto perché l’arte povera è il primo movimento che ha utilizzato gli scarti della nostra società industriale per creare opere d’arte che proprio alla stessa società industriale, compresi ovviamente i suoi abitanti, erano rivolte.

Vediamo dunque nel dettaglio questa corrente artistica, analizzandone le sue caratteristiche fondamentali in termini di materiali utilizzati, motivazioni artistiche e linguaggio d’espressione. Per quanto riguarda i materiali, l’arte povera impiega prevalentemente rottami di ferro, scarti di legno, residui industriali del ciclo di lavorazione della plastica, terra di risulta, cocci di vetro, stracci.

Questo elenco di certo non esaurisce tutti i possibili materiali impiegabili e impiegati, tuttavia il comune denominatore è quello di essere sostanze di scarto, cioè non ritenute idonee per l’impiego nell’industria né per il consumo della popolazione. Le motivazioni artistiche degli esponenti dell’arte povera si possono facilmente individuare ripensando alle caratteristiche, appena elencate, dei materiali utilizzati per le opere.

L’arte povera nasce dalla volontà di ritornare alle strutture originarie, quelle definite “strutture di base”, della società, in modo tale da contrapporle alle sovrastrutture sociali dominanti. Si rifiuta, pertanto, in maniera ideologica la validità dell’attuale società sia in termini di rapporti economici, sia in termini di rapporti sociali, propagandando forma artistica che rappresenti come la società dovrebbe invece essere se le sovrastrutture dovessero d’un tratto venire a mancare. In altri termine, l’arte povera è povera non già perché utilizza materiali di scarto per le sue opere, quanto piuttosto perché vuole veicolare il messaggio che la migliore delle società possibili è quella originaria che precedeva la nostra e che ne fu da capostipite.

Infine, è doveroso un cenno al linguaggio espressivo utilizzato dall’arte povera. E’ risaputo che l’arte povera predilige le “installazioni” piuttosto che le mostre o i vernissage. Anche tale scelta non è casuale in quanto le installazioni rappresentano già di per se un punto di incontro tra l’arte e l’ambiente che le ospita. In tale concezione, il messaggio artistico non rimane fine a se stesso bensì diventa parte dell’ambiente, di quell’ambiente che l’arte povera vuole modificare e non semplicemente descrivere.