Il pittore Mario Schifano, nasce a Homs (Libia) 1934. Nel 1948 la sua
famiglia si trasferisce a Roma.
Lavora con il padre, archeologo e restauratore presso il museo Etrusco di
Valle Giulia. Negli stessi anni inizia a dipingere, seguendo l’influsso
materico dell’arte informale.
Nei primi anni ’60, con la serie dei monocromi, inizia un nuovo stile
espressivo, che si riallaccia ai modelli dell’arte Nord Americana.
Sono gli anni dei viaggi a New York, degli incontri con Andy Warhol, della
nascita della “Pop Art italiana” che lo vede protagonista in quella che è
definita la “scuola di Piazza del Popolo” (gruppo di Pittori che si
incontrano presso il “Bar Rosati” formato da Festa, Angeli, Uncini, Lo
Savio, Pascali, Kounnellis, Fioroni, Ceroli, Mambor). Negli stessi anni
partecipa alle biennali di Venezia ed escono nelle capitali internazionali
dell’arte mondiale (New York, Londra, Parigi).
Negli anni ’70 l’interesse dominante per l’immagine, lo porta ad allargare
la sua attività creativa nei campi della fotografia della cinematografia e
della televisione. Sebbene questo interesse per l’immagine l’accomuni alla
Pop Art Nord Americana, l’arte di Schifano si muove su un terreno culturale
dalle radici più ramificate e profonde di quelle statunitensi.
Mario Schifano romano ma di statura mondiale da Cèzanne a Picasso, dal Futurismo al Surrealismo un tale filtraggio dell’immagine attraverso l’esperienza decantata delle avanguardie , non solo rende delle opere di Schifano d’elevato spessore filologico, ma conferisce alle stesse un’efficacia evocativa ben superiore a quella della successiva
transavanguardia.
A partire dagli anni ’80, la pittura di Schifano si
indirizza sempre più verso una declinazione di tipo espressionistico
astratto: i temi del sociale sembrano distaccarsi dalla dimensione reale per
assumere una valenza mitica concettuale, mentre il linguaggio astratto,
liberatosi da ogni riferimento stilistico, segue, in una versione
personalissima ed inconfondibile, l’istinto divinatorio di derivazione
surrealista.
Un riferimento resta costante ed insostituibile per Schifano: la
“televisione”.
Fonte primaria delle immagini da catturare, immagazzinare, rielaborare e
digerire, essa assume e svolge fino all’ultimo, per Schifano, la funzione di
vera e propria musa ispiratrice.
La tematica di Schifano tratta : i monocromi, i televisori, i distributori,
i cartelli stradali, la cocacola, la bicicletta, la finestra, la palma, i
paesaggi anemici, la quercia le nature morte, i gigli d’acqua, tutte stelle
e gli omaggi a Paul Cèzanne.
Del maestro Schifano hanno scritto i più famosi critici italiani.
Le sue opere sono già presenti nei maggiori musei italiani e stranieri
(Metropolitan di New York, Londra , Parigi, Roma, Firenze).